23 Giugno 2020

Bozzovich Rosè, vedere la vita Rosè

Questo 2020 sarà ricordato a lungo come l’anno delle sfide. Così, anche la nostra cantina, Ocone Vini 1910, ha voluto contribuire a questa definizione, completando la raffinata linea Bozzovich, con una tipologia di vino che già di per sé rappresenta una vera e propria sfida: il rosè.

La scelta di un rosé ci è apparsa come la migliore occasione per misurarci con una tipologia di vino impegnativa e rispetto alla quale il mercato nazionale ha avuto fino a pochi anni fa timide risposte. La consapevolezza delle difficoltà di questa sfida, tuttavia, non ci ha fatto mai desistere dal proposito di realizzare un ottimo rosé in grado di rivelarsi, attraverso la sua qualità ed equilibrio, una proposta degna di rilievo sul palcoscenico nazionale e internazionale.

Le origini del vino rosé, secondo diversi esperti di enologia, sarebbero piuttosto recenti essendo stato realizzato per la prima volta in Italia solo durante la Seconda Guerra Mondiale quando un’azienda pugliese (la cantina Leone de Castris) imbottigliò un vino lasciato riposare per qualche ora sulle vinacce. Nacque così il Five Roses della cantina Leone de Castris, che dall’Italia fu importato negli Stati Uniti. Altri studiosi, invece, collocano le radici del pregevole rosé nell’antica Francia, dove si sentì il bisogno di un “vin de soif”, leggero e dissetante,

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per accompagnare i pasti.

Ma al di là delle dispute sulle origini, appare certo che il rosé deve gran parte della sua notorietà alla nobile tradizione francese. In Italia, il fenomeno rosé prese corpo lentamente dall’esperienza del Five Roses raggiungendo in alcuni casi, livelli di vera e propria eccellenza con la D.O.C Cerasuolo d’Abruzzo ottenuta da uve Montepulciano (la prima D.O.C per un rosé), la D.O.C Salice Salentino da uve Negroamaro in Puglia, fino al Lago di Garda dove è famoso il Bardolino Chiaretto D.O.C da uve corvina e rondinella.

La tecnica vinicola c’insegna che sono essenzialmente due i metodi per ottenere questo vino dal colore così particolare e nelle cui sfumature l’occhio sembra perdersi: la prima consistente in una macerazione delle vinacce nel mosto liquido la cui durata dipende soprattutto dal tipo di uva. In genere per le uve dei vitigni Aglianico, Montepulciano e Negroamaro, ricchi di una categoria particolare di polifenoli, tale processo, in genere e salvo rare eccezioni, non supera le 12 ore.

La seconda tecnica è quella del cosiddetto salasso, il cui nome è tratto, come appare evidente, da una pratica medica conosciuta fin dall’antichità. Nel settore enologico, il termine salasso indica il più nobile metodo di vinificazione in rosato che prende il suo nome proprio dal “prelievo” che si effettua su una parte di mosto fiore in fase di macerazione. Ciò che questa tecnica permette di realizzare è un vino ben strutturato, corposo e notevolmente ricco di profumi accompagnato sempre da un inconfondibile nota di eleganza e delicatezza. In sintesi, semplicemente il nostro Bozzovich Rosè.

Ottenuto da uve Aglianico e PiedirossoBozzovich Rosè si presenta con un colore rosa tenueprofumi di ciliegia e fragoline di bosco sono accompagnati da note floreali di rosa e ciclamino. In bocca il sorso è fresco, minerale con una piacevole persistenza nel finale.

Questo particolare mix di componenti organolettiche lo rende ideale per un aperitivo, ma anche in tavola si dimostra un abile accompagnatore dei piatti, in grado di esaltarsi nell’abbinamento con antipasti di pesce e fritture e con primi piatti a base di crostacei o frutti di mare. La sua versatilità lo rende perfetto anche per le serate sushi.

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